domenica 29 novembre 2009

L'INDUSTRIA DEI DIAMANTI

Blood diamonds

In alcuni paesi centro-africani, gruppi rivoluzionari hanno preso il controllo del traffico di diamanti allo scopo di finanziare le proprie operazioni militari.

Questi diamanti sono stati ciamati conflict diamonds o blood diamonds (diamanti di conflitto o di sanfue). Molte società di distribuzione e lavorazione dei diamanti finanziano i conflitti armati comprando diamanti senza conoscerne l'origine. Nel 2002 le Nazioni Unite, insieme all'industria diamantifera e alle nazioni esportatrici/importatrici di pietre preziose hanno introdotto il Kimberley Process, che prevede la certificazione della provenzienza dei diamanti commerciali. Nonostante questo provvedimento, il traffico di diamanti sporchi non si è ancora arrestato (circa il 2-3 % dei diamanti oggi in circolazione ha probabile origine dai conflitti armati).

Il governo canadese ha introdotto il cosiddetto Canadian diamond code of conduct all oscopo di facilitare l'autenticazione dei diamanti importati.

Nel 1998 le Nazioni Unite hanno sottoposto l'Angola a sanzioni, proibendo l'acquisto di diamanti da questo paese. Il rapporto stilato per l'occasione riferiva che il 20% dei diamanti venduti negli anni '90 serviva a finanziare traffici illegali, e il 15% era direttamente coinvolto nel conflitto. Dal 1999 il traffico illegale diamantifero ha subito una riduzione del 3,06% (dati del World diamond council). Questa percentuale si è ulteriormente ridotta nel 2004 di un altro 1%.

IL KIMBERLEY PROCESS CERTIFICAZION SCHEME

Meglio conosciuto come Kpcs, questo processo è stato elaborato allo scopo di certificare la provenzienza dei diamanti, da risorse che non siano legate a conflitti armati.

Il processo è entrato in vigore nel 2003 allo scopo di impedire ai gruppi ribelli in Africa di finanziare la propria guerra trafficando diamanti.

Il Kpcs è stato presentato per la prima volta durante un meeting di Stati sud-africani produttori di diamanti, tenutosi a Kimberley (Capo Nord, maggio 2000). Nel dicembre dello stesso anno le Nazioni Unite hanno adottato una risoluzione che supportava la creazione di una certificazione internazionale per i diamanti. Ogni Stato partecipante al progetto deve garantire che i diamanti commerciati non finanzino gruppi ribelli o altre forme di violazione dei diritti umani, che ogni diamante esportato sia accompagnato dalla certificazione Kpcs, e che nessun diamante sia importate o esportato da/a paesi non membri del Kpcs.

Il World diamond council (nato nel luglio del 2000 per garantire l'origine dei diamanti) ha creato un sistema di garanzia per i paesi partecipanti al Kpcs. Il sistema si basa principalmente sul rispetto di un principio, che deve essere garantito sia dai paesi esportatori che da quelli importatori:

«The diamonds here in invoiced have been purchased from legitimate sources not involved in funding conflict and in compliance with United Nations resolutions. The seller here by guarantees that these diamonds are conflict free, based on personal knowledge and/or written guarantees provided by the supplier of these diamonds».

E' considerata una violazione del Kpcs fornire una dichiarazione di garanzia sulle vendite senza disporre di una garanzia sugli acquisti. Ogni società diamantifera deve mantenere una memoria delle garanzie fornite e ricevute per ciascun diamante. Di conseguenza diverse società hanno adottato un proprio codice di condotta per facilitare il processo: commericare solo con companie che forniscono garanzie sicure, non comprare diamanti da fonti non sicure o sconosciute o in Stati che non hanno adottato la Kpcs, né da società o Stati che hanno ricevuto richiami o sospetti di violazione.

I diamanti insanguinati sono venuti all'attenzione del mondo a seguito del conflitto in Sierra Leone (anni '90).

Gli Stati attualmente aderenti al Kimberley Porcess sono 74, ossia circa il 99% dei produttori/commercianti di diamanti.

E' importante, quando si acquista un diamante, affidarsi a commercianti che possano garantire al gioielliere di vedere la sua copia di certificazione.

Paesi africani che hanno aderito al Kpcs: Guinea, Sierra Leone, Liberia, Ghana, Togo, Repubblica Centro Africana, Repubblica del Congo, Sud Africa, Lesotho, Swaziland, Namibia, Botswana, Zimbawe, Angola, Rep. Dem. Congo, Tanzania.

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